Le esportazioni crescono a due cifre ogni anno, a tre nelle economie
emergenti; le imprese investono su progetti e impianti produttivi sempre più
grandi; la disoccupazione è sconosciuta per il semplice motivo che non ci sono abbastanza
addetti per riempire i posti disponibili. Cronache di Marte? No. Vengono da un
pianeta molto più lontano (dal mondo reale): quello dell'industria orologiera
svizzera. Se il mercato europeo segna il passo, stritolato da una recessione
senza fine, e l'America fatica a rimettersi in piedi, basta cambiare
(parzialmente) canale e rivolgersi ai nuovi ricchi dell'Asia, avidi di prodotti
di lusso e, soprattutto, in grado di acquistarli. Non è il primo, e con ogni
probabilità nemmeno l'ultimo, dei miracoli compiuti dagli orologiai svizzeri:
basti pensare a come sono tornati in auge trent'anni fa dopo la tempesta del
quarzo orientale, che sembrava destinata a spazzarli via. L'Impero celebrerà i
propri fasti in primavera, come sempre. Ma l'edizione 2013 di Baselworld si
aprirà (25 aprile) con una novità. La più grande fiera orologiera del mondo avrà
uno scrigno nuovo di zecca, 141.000 metri quadrati di spazio espositivo
progettati da Herzog & De Meuron, star basilesi e mondiali
dell'architettura, per un costo di 350 milioni di euro. Cronache di Alfa
Centauri.
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