L'edizione 2015 di Baselworld, annuale
fiera-evento dell'orologeria, adombra il ritorno alle origini
dell'orologio da polso svizzero. Non più gadget di lusso per nuovi ricchi e
appassionati della meccanica, com'è stato negli ultimi vent'anni, ma strumento
ad alto contenuto tecnologico come tra il 1930 e il 1980, ovvero il
cinquantennio trascorso fra la sua affermazione commerciale e la rivoluzione
del quarzo. Quest'ultima sovvertì il postulato vecchio di secoli che legava la
qualità (e il prezzo) alla precisione, creando le basi per la metamorfosi
dell'orologio meccanico, che da strumento per la misura del tempo si trasformò
in accessorio, status symbol, esibizione di virtuosismo destinata a stupire più
che a servire.
L'Horological Smartwatch di Frédérique Constant
Gli "orologi connessi" che spuntano
come funghi negli stand di Basilea dicono che si torna indietro. Più o meno.
Perché l'orologio/strumento del 2015 serve a tutto meno che a indicare l'ora. O
meglio, la misura del tempo è la meno importante delle funzioni su cui punta
per sedurre il compratore.
Il Breitling B55 Connected
I computer da polso con cui la Svizzera (Frédérique
Constant e Breitling, per ora) tenta di rispondere all'attacco americano
(Apple) e asiatico (Samsung, LG, Sony, Huawey, Lenovo) propongono funzioni
utilizzabili in abbinamento con lo smartphone, e lo fanno strizzando l'occhio
al look della tradizione. Ma i tempi dei multifunzione giapponesi (sveglia,
cronografo, calcolatrice, ...) utili quanto brutti sono finiti da un pezzo. La
concorrenza si fa temibile anche sotto il profilo estetico.
L'Apple Watch
L'Apple Watch
debutterà sul mercato il mese prossimo con un aspetto accattivante e prezzi che
vanno dai 349 dollari della versione base ai 10.000 del modello in oro: cifra,
quest'ultima, decisamente "svizzera". La lotta per la fascia di
mercato tradizionalmente dominata dall'industria della Confederazione si
annuncia dunque aspra.
Il Gear di Samsung
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