23.3.15

Il ritorno dell'orologio-strumento


L'edizione 2015 di Baselworld, annuale fiera-evento dell'orologeria, adombra il ritorno alle origini dell'orologio da polso svizzero. Non più gadget di lusso per nuovi ricchi e appassionati della meccanica, com'è stato negli ultimi vent'anni, ma strumento ad alto contenuto tecnologico come tra il 1930 e il 1980, ovvero il cinquantennio trascorso fra la sua affermazione commerciale e la rivoluzione del quarzo. Quest'ultima sovvertì il postulato vecchio di secoli che legava la qualità (e il prezzo) alla precisione, creando le basi per la metamorfosi dell'orologio meccanico, che da strumento per la misura del tempo si trasformò in accessorio, status symbol, esibizione di virtuosismo destinata a stupire più che a servire.

  L'Horological Smartwatch di Frédérique Constant

Gli "orologi connessi" che spuntano come funghi negli stand di Basilea dicono che si torna indietro. Più o meno. Perché l'orologio/strumento del 2015 serve a tutto meno che a indicare l'ora. O meglio, la misura del tempo è la meno importante delle funzioni su cui punta per sedurre il compratore.

 
Il Breitling B55 Connected

I computer da polso con cui la Svizzera (Frédérique Constant e Breitling, per ora) tenta di rispondere all'attacco americano (Apple) e asiatico (Samsung, LG, Sony, Huawey, Lenovo) propongono funzioni utilizzabili in abbinamento con lo smartphone, e lo fanno strizzando l'occhio al look della tradizione. Ma i tempi dei multifunzione giapponesi (sveglia, cronografo, calcolatrice, ...) utili quanto brutti sono finiti da un pezzo. La concorrenza si fa temibile anche sotto il profilo estetico.

 L'Apple Watch

L'Apple Watch debutterà sul mercato il mese prossimo con un aspetto accattivante e prezzi che vanno dai 349 dollari della versione base ai 10.000 del modello in oro: cifra, quest'ultima, decisamente "svizzera". La lotta per la fascia di mercato tradizionalmente dominata dall'industria della Confederazione si annuncia dunque aspra.

 Il Gear di Samsung

Tornando al tema di partenza, e assodato che il nuovo strumento da polso non è più un orologio nel senso comune del termine, viene da chiedersi che ne sarà della tradizione meccanica. Il suo spazio si ridurrà ulteriormente, compresso come sarà tra milioni di gadget economici da una parte e il lusso - più o meno abbordabile - degli orologi connessi dall'altra? Possibile, forse inevitabile. Di qui a pronosticarne la fine, però, ce ne corre. Dopo tutto, la fotografia non ha cancellato la pittura dalla faccia della terra...

 

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