Un thriller magistrale
Un thriller magistrale nell'intreccio e nel
ritmo. Al centro c'è un matrimonio avvelenato dal tradimento, dai sospetti e
dal rancore. Chi è il primo sospettato se sparisce la moglie? Il marito. Ovvio
per tutti: i vicini, i parenti, i media attirati dallo scoop, e soprattutto la
polizia. Però non bisogna fidarsi delle apparenze, e nemmeno di quello che
sembra esserci al di là delle apparenze. Perfino il lettore disincantato
faticherà ad orientarsi nella realtà e nella mente contorte che si celano
dietro il dramma familiare. I colpi di scena sono numerosi, ma non è
necessariamente questa la marcia in più di Gone Girl. A me il romanzo è
piaciuto soprattutto perché l'autrice non prende scorciatoie improbabili come
accade spesso in questo genere narrativo. I pensieri e i comportamenti dei
personaggi sono plausibili, e lo stesso si può dire delle loro conseguenze,
anche quando il caso ci mette lo zampino. C'è uno studio psicologico accurato
dietro la creazione di protagonisti così veri, nella loro percezione alterata
della vita, da rendere logico un finale apparentemente paradossale.
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