30.7.15

L'agguato di Psycho

Vivo da tempo all'estero e, quando torno in Italia, non ho bisogno di segnali per capire che ho attraversato il confine. Ad avvertirmi ci pensa Psycho. Psycho appartiene a un'etnia che si è insediata sulle autostrade italiane, trovandole evidentemente più consone di altre alle proprie abitudini. Psycho mi attende con una mano sul volante - o sulla tastiera dello smartphone, dipende - e l'altra, la principale, sulla levetta degli abbaglianti. Psycho è il pilota di un missile terra-terra nero, normalmente di fabbricazione tedesca, con i vetri oscurati. Psycho pattuglia la terza corsia e sa che non ho scampo. Se anche si distraesse, ci sarebbero altri due, cinque, dieci Psycho pronti a braccarmi e a punire l'arroganza con cui occupo il loro territorio per compiere un sorpasso senza superare i 135km l'ora. Pochi attimi e lo vedo nello specchietto, il vendicatore che si avvicina rapido e inesorabile fino a mezzo metro dal paraurti. Poi tira la levetta e, wham!, il bianco abbacinante dei fanali allo xeno è il colore di un invito senza appello: togliti dai piedi, omuncolo. Allora affretto il sorpasso e mi faccio da parte. È chiaro che ho torto. Le sostanze di cui si nutre Psycho gli danno una percezione del pericolo - e della realtà - nettamente migliore della mia. E anche se, per assurdo, avessi ragione io, meglio evitare proteste perché quelle stesse sostanze lo rendono poco incline al dibattito.
Nei successivi 200 chilometri incontro altri due Psycho e la sequenza si ripete. Per fortuna nessuno dei due usa armi da fuoco al posto degli abbaglianti e me la cavo senza altri danni che il senso di colpa per aver ostacolato il loro cammino. Ora sono a casa, sano e salvo. Saranno tornati a casa anche loro, felici di aver ripulito la terza corsia. Non più Psycho ma affettuosi Norman Bates che accarezzano il cadavere impagliato del loro doberman.


28.7.15

Museum Collection - The list (5)

The chronological list of the 100 "must-haves" making up The Museum Collection book features the Hebdomas at number 4. The excerpt taken from the text points out that the estimate does not fully reflect the impact made by this watch on the general development of technique.
Click here for more infos on The Museum Collection project.


The long runner
★★★
 


Hebdomas
1913


Though significant as the earliest long-running wristwatch, the Hebdomas is reasonably priced and therefore affordable for most collectors. Its availability is however on the low side.
Overall condition report* 8/10
Price estimate* EUR 1,000-1,500
*only refer to the illustrated example


19.7.15

Museum Collection - The list (4)

The chronological list of the 100 "must-haves" making up The Museum Collection book features the Movado Polyplan at number 4. The excerpt taken from the text of the book tells why it was a revolutionary watch and how much the illustrated example is worth - the nearly perfect condition of this 100 years old piece being the main reason behind the estimate.

Form follows function
★★★★★
 


Movado Polyplan
1912

The Polyplan "form" movement was the first to be created specifically for the curved wristwatches that were fashionable at the time of its launch ... 
Overall condition report* 9/10
Price estimate* EUR 15'000-20'000
*only refer to the illustrated example

   

8.7.15

Glossario degli orologi

Nelle pagine di questo Blog dedicate agli orologi appaiono numerosi termini tecnici che non sono necessariamente familiari per tutti. Per questo ho pensato di riprodurre il Glossario originalmente allegato ai libri Lancette & C. e Rolex dalla A alla Z. Spero che vi troverete indicazioni utili non solo sul significato delle parole, ma anche su alcuni dettagli della tecnica. Buona consultazione!


7.7.15

Museum Collection - The List (3)

The chronological list of the 100 "must-haves" making up The Museum Collection book features an obvious Five Stars choice at number 3. This time the excerpt taken from the text of the book includes details about the movement - an unusual French caliber powers the illustrated example.


Fathering the modern wristwatch
★★★★★
 

Cartier Santos
1911

... Nothing is left of the prototype manufactured in 1904, apart from its mention on the company's records. Seven years later, a wristwatch named after the aviator became available to the brand's wealthy clients ...
Movement Caliber Brédillard, 22.5 mm, 18 jewels, cut bimetallic balance wheel, Breguet hairspring, 18,000 vibrations per hour.


6.7.15

User manual - Manuale d'uso

User manual dating back to the early 1970s - the Royal Navy version of the Porsche Design / Orfina chronograph, Caliber Lemania 5100.



Manuale d'uso dei primi Anni 70: la versione Royal Navy del cronografo Porsche Design / Orfina, Calibro Lemania 5100.


3.7.15

Moon phases - Fasi lunari

A Minerva triple calendar with moon phases dating back to 1949. The movement is the Caliber 89DXC by Valjoux.


Un Minerva del 1949 con calendario completo e fasi lunari. Il movimento è il Calibro Valjoux 89DXC.


1.7.15

Museum Collection - The list (1)


ENGLISH
As announced last month, The Museum Collection is on its way. My next book on the history of 20th Century watchmaking aims to be a voyage through time(keepers), an entrance ticket to an exhibition, a source of advice and inspiration for the watch lovers seeking to build up the perfect collection. What is the "perfect" collection? Put is simply, it is the one featuring the most significant wristwatches of the past century from a technical as well as an esthetic viewpoint.
My list of the 100 "must-haves" being now ready, I would like to share a preview with you. Please take a look at my blog every now and then because I shall be posting a picture and some details of each piece during the next weeks. You will then get a more accurate idea of what The Museum Collection will be and hopefully find it interesting. As for an example of the the full informations I will include in the book, please click here and scroll down to the bottom of the page. The stars (1 to 5) are used for classification purposes in connection with the impact that each of the 100 featured pieces had on the general development of the wristwatch.
The Number 1 on the chronological list is a timepiece dating back to the late 1900s. In this and a few other cases of anonymous watches, it is meant to suggest a style or type that the prospective collector should look for, rather than a precise indication. However, the condition report and price estimate refer exactly to the illustrated example.

ITALIANO
Come annunciato il mese scorso, sta per arrivare The Museum Collection. Il mio prossimo libro sulla storia dell'orologeria nel XX Secolo intende offrire al lettore un viaggio attraverso gli strumenti per la misura del tempo, il biglietto d'ingresso di una mostra, una fonte di consigli e di ispirazione per gli appassionati desiderosi di costruire la collezione perfetta. Cos'è la "collezione perfetta"? In parole povere, è quella che comprende gli orologi da polso più significativi del Ventesimo Secolo sotto il profilo tecnico ed estetico. La differenza principale rispetto ad altri libri sugli orologi da polso è che prenderò in considerazione numerosi prodotti di marche meno conosciute accanto alle superstar note a tutti.
La lista dei 100 pezzi scelti è pronta e sono felice di condividerla con voi. Vi prego di dare un'occhiata al blog di tanto in tanto perché nelle prossime settimane posterò un'immagine e alcuni dettagli di ciascun orologio. In questo modo vi farete un'idea più precisa del progetto editoriale e, spero, lo troverete interessante. Se volete un esempio delle descrizioni complete come appariranno sul libro, cliccate qui e andate in fondo alla pagina. Le stelle (da 1 a 5) indicano l'impatto dell'orologio sullo sviluppo generale dell'orologio da polso.
Il numero 1 della lista cronologica risale ai primi del 900. In questo e in altri casi di orologi anonimi, la scelta si riferisce a uno stile o a un tipo di orologio consigliati all'aspirante collezionista e non necessariamente all'esemplare descritto. Riguardano esclusivamente quest'ultimo, invece, i dettagli sulle condizioni e sulla stima. 



From pocket to wrist
★★★

ANONYMOUS
1909

 Early wristwatches were often small pocket watches transformed by means of wire lugs soldered to the case in order to provide attachments for the strap... 
Overall condition report* 8/10 
Price estimate* EUR 600-800  
*only refer to the illustrated example 

   

20.6.15

Pubblicità d'epoca / Vintage ads

OMEGA, 1916

Pubblicità in tempo di guerra. "Per la tua sicurezza, devi sapere che ora è in ogni momento del giorno e della notte"
Wartime ad. "For your safety, you need to know the exact time at all moments during day and night alike

ERNEST BOREL, 1949

"Migliaia di orologi con certificato provano la precisione realmente cronometrica degli orologi Ernest Borel Incastar". 
"Several thousand rating certificates officially confirm the really chronometric precision of Ernest Borel Incastar watches".

16.6.15

Normandia 2015: immagini e ricordi

Fred Glover del 9. Battaglione Paracadutisti britannico firma la giacca mimetica di un ammiratore

Veicoli militari ad Arromanches. Sullo sfondo, i resti del porto artificiale Mulberry

La mascotte del Reggimento Paracadutisti con il suo addestratore durante la funzione presso l'incrocio di Le Mesnil

Crateri e pannelli a La Pointe-du-Hoc


8.6.15

Normandia 2015

Di ritorno con centinaia di foto che mi ricorderanno un altro magnifico anniversario del D-Day in Normandia. Posterò le migliori nelle prossime settimane. Per ora, date un'occhiata alla folla del D-Day a Arromanches.

8.5.15

Morte di un eroe


Un altro Cavaliere della Libertà ci ha lasciati. È scomparso Bob "Paddy" Jenkins, sergente del 9. Battaglione, uno dei pochi veterani ancora in vita tra coloro che parteciparono all'attacco di Merville. Ecco un brano tratto dal capitolo di The Day The Devils Dropped In di Neil Barber che racconta quei momenti drammatici. La voce narrante è quella del sergente Len Daniels:
"Il sergente Jenkins era in piedi sulla postazione di cemento dove mi trovavo poco prima e puntava il fucile verso l'alto. Guardai per tentare di capire cosa stesse accadendo. Lo sentii sparare e vidi un tedesco rotolare giù lungo il muro della casamatta. Poi Paddy ci superò con un balzo e lo finì con la baionetta."

6.5.15

The Museum Collection

A new historical book about wristwatches is on its way. I am writing it in English for those who cannot read Lancette & C. because of the language (Italian). However, I shall make the Italian texts available for the buyers of the original version.
As its provisional title shows, The Museum Collection is a completely new concept rather than the English translation of Lancette & C. It aims to be a voyage through time(keepers), an entrance ticket to an exhibition, a source of advice and inspiration for the watch lovers seeking to build up the perfect collection...
click here to read more


Sta per arrivare un nuovo libro storico sugli orologi da polso. Lo sto scrivendo in inglese per coloro che non possono leggere Lancette & C a causa della lingua. Metterò comunque a disposizione il testo italiano per quanti acquisteranno il volume. Come suggerisce il titolo provvisorio, The Museum Collection è un'opera radicalmente nuova e non la versione inglese di Lancette & C. Il suo scopo è offrire al lettore un viaggio attraverso gli strumenti per la misura del tempo, il biglietto d'ingresso di una mostra, una fonte di consigli e di ispirazione per gli appassionati desiderosi di costruire la collezione perfetta...
Clicca qui per continuare a leggere



 

26.4.15

25 aprile


I 70 anni dalla Liberazione d'Italia sono stati celebrati con il solito torrente di luoghi comuni e beghe da cortile politico locale. Copione deprimente che ha il solo merito di rappresentare un'immagine fedele del Paese e l'importante demerito di escludere due ingredienti della festa: il rispetto per la verità storica e la gratitudine.
A sentire i bollettini ufficiali delle cerimonie, l'Italia si è liberata quasi da sola, grazie alla Resistenza. Quanto al sacrificio di decine di migliaia di giovani venuti da lontano - Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Polonia,... - , è raro sentirlo celebrato nei discorsi. Ancora più raro è vedere sul palco i rappresentanti di quei Paesi.
Altrove non è così. Quando tornerò in Normandia per l'anniversario del D-Day, all'inizio di giugno, ritroverò i veterani delle forze alleate - sempre meno numerosi, a causa dell'età - celebrati come meritano dalle autorità e veri protagonisti della festa. Coccolati come Nonni della Libertà, adorati come semidei da coloro che furono liberati, dai loro figli e nipoti. Senza per questo dimenticare il contributo della Resistenza, perché l'ammirazione per gli uni non esclude l'orgoglio per le imprese degli altri, i connazionali che avevano saputo resistere alla tentazione dell'indifferenza o della collaborazione.
Due Paesi vicini, due modi diversi di ricordare il passato. Io preferisco la via francese. E trovo più interessanti i racconti di un protagonista ultranovantenne di quelle vicende che i discorsi di un Renzi o di una Boldrini.

 Sopra, veterani britannici a Merville (Normandia): protagonisti delle celebrazioni del D-Day.

 

3.4.15

I primi paracadutisti

Lungo filmato del 1941 sull'addestramento delle prime truppe aviotrasportate britanniche. Un documento storico di eccezionale interesse: http://tinyurl.com/q2mdymx

23.3.15

Il ritorno dell'orologio-strumento


L'edizione 2015 di Baselworld, annuale fiera-evento dell'orologeria, adombra il ritorno alle origini dell'orologio da polso svizzero. Non più gadget di lusso per nuovi ricchi e appassionati della meccanica, com'è stato negli ultimi vent'anni, ma strumento ad alto contenuto tecnologico come tra il 1930 e il 1980, ovvero il cinquantennio trascorso fra la sua affermazione commerciale e la rivoluzione del quarzo. Quest'ultima sovvertì il postulato vecchio di secoli che legava la qualità (e il prezzo) alla precisione, creando le basi per la metamorfosi dell'orologio meccanico, che da strumento per la misura del tempo si trasformò in accessorio, status symbol, esibizione di virtuosismo destinata a stupire più che a servire.

  L'Horological Smartwatch di Frédérique Constant

Gli "orologi connessi" che spuntano come funghi negli stand di Basilea dicono che si torna indietro. Più o meno. Perché l'orologio/strumento del 2015 serve a tutto meno che a indicare l'ora. O meglio, la misura del tempo è la meno importante delle funzioni su cui punta per sedurre il compratore.

 
Il Breitling B55 Connected

I computer da polso con cui la Svizzera (Frédérique Constant e Breitling, per ora) tenta di rispondere all'attacco americano (Apple) e asiatico (Samsung, LG, Sony, Huawey, Lenovo) propongono funzioni utilizzabili in abbinamento con lo smartphone, e lo fanno strizzando l'occhio al look della tradizione. Ma i tempi dei multifunzione giapponesi (sveglia, cronografo, calcolatrice, ...) utili quanto brutti sono finiti da un pezzo. La concorrenza si fa temibile anche sotto il profilo estetico.

 L'Apple Watch

L'Apple Watch debutterà sul mercato il mese prossimo con un aspetto accattivante e prezzi che vanno dai 349 dollari della versione base ai 10.000 del modello in oro: cifra, quest'ultima, decisamente "svizzera". La lotta per la fascia di mercato tradizionalmente dominata dall'industria della Confederazione si annuncia dunque aspra.

 Il Gear di Samsung

Tornando al tema di partenza, e assodato che il nuovo strumento da polso non è più un orologio nel senso comune del termine, viene da chiedersi che ne sarà della tradizione meccanica. Il suo spazio si ridurrà ulteriormente, compresso come sarà tra milioni di gadget economici da una parte e il lusso - più o meno abbordabile - degli orologi connessi dall'altra? Possibile, forse inevitabile. Di qui a pronosticarne la fine, però, ce ne corre. Dopo tutto, la fotografia non ha cancellato la pittura dalla faccia della terra...

 

14.3.15

Creare un orologio


Un'impresa di Le Noirmont (Svizzera) organizza corsi di diversi livelli per i principianti che desiderano cimentarsi con la progettazione e il montaggio del "loro" orologio. Una proposta inedita, divertente e... un po' cara. Per maggiori informazioni, visitate il sito http://www.initium.ch/

8.3.15

Anniversario del D-Day: calendario delle cerimonie


Cliccate qui per visitare la pagina del sito dday-overlord.com contenente il calendario delle celebrazioni e manifestazioni programmate per il 71° anniversario del D-Day. In inglese o in francese. Sopra, la locandina creata dal settore Sainte Mère Eglise - Utah Beach - Carentan. Sotto, quella di Picauville.


11.2.15

Morte di un eroe

È morto John Novis, uno dei 150 eroi del 9. Battaglione Paracadutisti che parteciparono all'assalto di Merville (D-Day, 6 giugno 1944). Abitava da tempo in Canada.


"Hanno combattuto per la nostra libertà. Noi siamo ancora liberi, dunque loro sono ancora vivi." (L'orologio con le ali)

 

9.2.15

Letture incompiute


Uno delle esperienze più sgradevoli che possano capitare a un lettore è rendersi conto di aver acquistato un libro illeggibile. Non illeggibile in assoluto, intendo. Illeggibile per chi lo ha comprato, convinto dalle recensioni favorevoli, dal consenso dei lettori, dal numero delle citazioni nei club virtuali di lettura, dalla fama dell'autore. Tutti argomenti validi, in teoria. Poi si comincia a leggere e, per un po', la suggestione esercitata dalla reputazione fa effetto. Anche perché è difficile ammettere di aver buttato via dei soldi. Presto o tardi, però, il ritmo cala e, se siamo distesi sul letto a tarda ora, le palpebre si appesantiscono, la tentazione di allungare la mano verso l'interruttore della luce diventa irresistibile. Allora proviamo a stringere i denti, incoraggiati dalla convinzione che ci sarà un motivo se il romanzo piace a tanti. Ma i giorni e le notti passano, il clic dell'interruttore risuona sempre più presto. Fino alla resa, triste e inevitabile come la constatazione che tra noi e quel libro c'è l'incompatibilità spesso invocata nelle cause di divorzio.
A me è capitato una decina di volte negli ultimi cinque anni. Romanzi cominciati, abbandonati, ripresi nella speranza di vederli sotto una luce diversa, abbandonati di nuovo. Dieci volte non sono tante, ma nemmeno pochissime. Quindi ho trovato logico chiedermi cosa fa scattare il rifiuto. C'è un denominatore comune strettamente personale? Forse sì. Mi risultano indigesti i libri in cui ho l'impressione che lo stile prevalga sulla storia. Che l'autore conti più dei personaggi. Che le sue riflessioni e la sua visione del mondo irrompano sulle pagine con una frequenza superiore alla pubblicità nelle Tv commerciali, e altrettanto molesta.
Scrivere un buon romanzo, secondo me, è raccontare bene una storia interessante, originale, emozionante, credibile nel senso che risponde a una logica interna. E "raccontare bene" significa scrivere semplice, veloce, chiaro, senza divagare.
Sotto questo profilo, le letture recenti che ho amato di più mi sembrano esemplari. Pur lontani l'uno dall'altro per argomento, ambientazione storica, tono e tecnica narrativa, "The Help" di Kathryn Stockett e "The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society" di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows mi hanno regalato emozioni di intensità uguale e ritardato diverse volte l'appuntamento con l'interruttore della luce. Merito di vicende e personaggi così ben concepiti da spingere in secondo piano il talento non comune delle autrici.


E le letture incompiute? Ce n'è una che mi imbarazza più di altre. Ci tenevo a leggere "The book thief" di Markus Zusak, best-seller internazionale premiato dalla critica e dai lettori di goodreads con giudizi entusiastici. Ci ho provato due volte, senza successo. Le ragioni sono quelle citate sopra. Però devo ammettere che mi sento a disagio, in crisi d'identità. Mosca bianca? Lettore rozzo, superficiale, insensibile alle finezze stilistiche? Non lo so. Temo che dovrò accontentarmi del film, nella speranza che la sceneggiatura sia aderente alla trama originale come quella tratta da "The Help".